Overblog
Segui questo blog Administration + Create my blog
25 agosto 2011 4 25 /08 /agosto /2011 11:03

 

Sperimentare nuove modalità abitative non è solo una necessità avvertita da chi intende contenere le onerose spese che una casa comporta, ma rappresenta soprattutto una filosofia di vita.

Il cohousing nasce dal desiderio di condividere spazi comuni (orto o serra, per esempio) o servizi (come nido per i bambini o car sharing) in nome del valore della condivisione e dello scambio solidaristico.

Oltre al risvolto economico, quindi, molto importanti sono anche le implicazioni sociali del cohousing, che spinge a vivere nuovi spazi per la socialità e rapporti più umani con il vicinato.

In una prospettiva ‘green’, inoltre, appare molto rilevante anche la possibilità di connotare l’esperienza del cohousing sotto il profilo ecologico.

A questo proposito è interessante prendere in considerazione la R.I.V.E. (Rete Italiana di Villaggi Ecologici) nata nel dicembre del 1996 per evidenziare una prospettiva, apparentemente utopistica, di una piccola comunità che si identifica in valori concreti come la solidarietà, la collaborazione e l’ecologia. La filosofia che ispira queste piccole realtà comunitarie è quella della sostenibilità ecologica, spirituale, socioculturale ed economica.

La filosofia del cohousing evidenzia la necessità di recuperare una dimensione di umanità, condivisione e contatto con gli altri, aspetti talvolta dispersi nei ritmi frenetici dell’attuale società.

Per ulteriori informazioni e dettagli sulle esperienze comunitarie degli ecovillaggi, si consiglia di collegarsi al sito Mappaecovillaggi.it.

 

 

Condividi post
Repost0
17 agosto 2011 3 17 /08 /agosto /2011 17:21

Sperimentare nuove modalità abitative non è solo una necessità avvertita da chi intende contenere le onerose spese che una casa comporta, ma rappresenta soprattutto una filosofia di vita.

Il cohousing nasce dal desiderio di condividere spazi comuni (orto o serra, per esempio) o servizi (come nido per i bambini o car sharing) in nome del valore della condivisione e dello scambio solidaristico.

Oltre al risvolto economico, quindi, molto importanti sono anche le implicazioni sociali del cohousing, che spinge a vivere nuovi spazi per la socialità e rapporti più umani con il vicinato.

In una prospettiva ‘green’, inoltre, appare molto rilevante anche la possibilità di connotare l’esperienza del cohousing sotto il profilo ecologico.

A questo proposito è interessante prendere in considerazione la R.I.V.E. (Rete Italiana di Villaggi Ecologici) nata nel dicembre del 1996 per evidenziare una prospettiva, apparentemente utopistica, di una piccola comunità che si identifica in valori concreti come la solidarietà, la collaborazione e l’ecologia. La filosofia che ispira queste piccole realtà comunitarie è quella della sostenibilità ecologica, spirituale, socioculturale ed economica.

La filosofia del cohousing evidenzia la necessità di recuperare una dimensione di umanità, condivisione e contatto con gli altri, aspetti talvolta dispersi nei ritmi frenetici dell’attuale società.

Per ulteriori informazioni e dettagli sulle esperienze comunitarie degli ecovillaggi, si consiglia di collegarsi al sito Mappaecovillaggi.it.

Campagne, Vietnam
Condividi post
Repost0
4 agosto 2011 4 04 /08 /agosto /2011 15:31

L'affermarsi di una coscienza ecologica ha invaso anche il Paese del Sol Levante portando i giapponesi ad una maggiore sensibilità verso il tema delle politiche ambientali e all'adozione di uno stile di vita più 'eco-friendly' rispetto ai consumi elettrici.

Un primo segno evidente della 'rivoluzione eco-friendly' che si sta rendendo necessaria anche ad Oriente è la graduale modificazione delle abitudini più consumistiche dei giapponesi nell'ambito dei consumi di elettricità sia all'interno degli uffici che nelle case private.

Accanto agli accorgimenti classici, il Giappone ha impresso il suo distintivo tocco di originalità e creatività con l’introduzione sul mercato di nuovi oggetti caratterizzati da un basso consumo energetico. Ne sono un esempio le pile No.po.po (No pollution power) in grado di generare elettricità attraverso l’impiego di liquidi come acqua di rubinetto o, in mancanza, succo di frutta, caffè e addirittura saliva. Mezzo millilitro di acqua è sufficiente per far funzionare questa pila di ultima generazione che produce energia rinnovabile. Chi ha introdotto questo dispositivo sul mercato garantisce la durata della pila a 20 anni per un prezzo di 630 yen (5,60 euro) per la confezione di 3 pezzi; il peso è di soli 15 grammi. Queste pile ‘eco-friendly’ non contengono sostanze tossiche come cadmio o mercurio e possono essere gettate con gli altri rifiuti inorganici.

Giappone. Potere e splendore 1568 -1868
Condividi post
Repost0
11 luglio 2011 1 11 /07 /luglio /2011 11:36

Nulla si crea nulla si distrugge, tutto si trasforma. La massima di Lavoisier sintetizza una delle regole a cui dovremmo ispirarci nel nostro tentativo di rapportarci in modo il più possibile “friendly” all’ambiente.

Un'applicazione concreta di questo principio è il processo virtuoso di riciclo realizzato tra Anagni e Sassuolo. La fabbrica Vallone di Anagni è uno degli impianti del Lazio specializzato nel trattamento di rifiuti elettronici (tra cui vecchi televisori dismessi), mentre a Sassuolo ha sede la Refin che si occupa della produzione e vendita di piastrelle. Entrambe le aziende aderiscono al progetto Glass Plus all’interno del programma europeo Eco-innovation che punta a rendere la spazzatura un “prodotto green” riutilizzabile a livello industriale. L’avvento delle TV con schermi LCD e al plasma ha reso i televisori a tubo catodico un apparecchio tecnologico “preistorico” e la rottamazione di queste TV è stata incentivata e accelerata negli ultimi tempi anche dal passaggio al digitale terrestre. Si calcola che ancora circa 20 milioni di famiglie italiane siano ancora in possesso di un vecchio televisore a tubo catodico in casa ma pochi sono a conoscenza della possibilità di riciclo di questi oggetti.

Ma quali sono le possibilità di riutilizzo di tali apparecchi? I vecchi modelli di TV rappresentano una fonte notevole di vetro che tra Anagni e Sassuolo viene riutilizzata per la produzione di piastrelle: una piastrella di 60 cm per 60 contiene fino ad un kg e mezzo di vetro proveniente da un solo apparecchio televisivo. Per mezzo di un apposito processo di smontaggio e bonificazione del tubo catodico dagli scarti pericolosi, si stima di poter recuperare oltre il 90 % dei materiali (tra cui vetro, plastica, ferro e rame). In particolare, gli usi del vetro riciclato dal vecchio tubo catodico (per l’esattezza la metà del peso dell’elettrodomestico) possono comprendere non solo un rientro nelle nostre case sottoforma di piastrelle per il pavimento, ma anche possibilità di impiego nel design e nel campo della radiologia medica.

tv color
Condividi post
Repost0
2 giugno 2011 4 02 /06 /giugno /2011 18:59

Il nostro moderno stile di vita, spesso tendente ad imitare un modello consumista e poco eco-sostenibile, ci porta ad essere dei veri e propri produttori di rifiuti. Anche quando le aziende o i privati cittadini producono rifiuti definiti non pericolosi, bisogna comunque tener conto dell'esistenza di precise norme da seguire per il trasporto. Esaminiamo allora in dettaglio la legge di riferimento in questo caso.

 

informazioni

Innanzitutto è bene chiarire: quali sono i rifiuti classificati come non pericolosi?

Si tratta di quelli identificati dall'apposito codice rifiuti CER ; tra questi sono inclusi rifiuti plastici (fatta eccezione per gli imballaggi), terriccio proveniente da operazioni di pulizia e lavaggio, residui di corteccia e sughero, assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti, scarti di materiale in fibra a base di vetro, parte di rifiuti animali e vegetali non compostata, carbone attivo esaurito, etc.

Parliamo quindi di quei rifiuti che non presentano una particolare pericolosità nei confronti dell'ambiente.

 

normativa di riferimento

A livello nazionale la normativa sui rifiuti a cui si fa riferimento per regolamentarne il trasporto è il Decreto Legislativo 3 dicembre 2010, n. 205 che si intitola "Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive".

Tra gli obblighi imposti da questa legge a chi si occupa di trasporti di rifiuti vi è l'iscrizione a Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, Formulario di Identificazione Rifiuti, Registro di carico e scarico, Modello Unico di Dichiarazione ambientale.

In particolare, con la predisposizione del Formulario di Identificazione dei rifiuti si assicura al trasporto di rifiuti non pericolosi una duplice sorveglianza. Il controllo, infatti, viene realizzato in prima battuta dagli organi preposti alla vigilanza ambientale che possono verificare la corrispondenza esistente tra le dichiarazioni rese prima del viaggio nel formulario per ogni singolo trasporto (mittente, destinatario, tipo e quantità di rifiuti) e ciò che si riscontra effettivamente al momento del controllo. Inoltre le disposizioni previste nel formulario implicano una seconda modalità di controllo che non proviene da agenti esterni ma si realizza reciprocamente tra gli attori coinvolti (mittente, trasportatore e destinatario) portandoli a condividere le responsabilità per il trasporto che si va ad effettuare.

Trash Recycling with Disposal ContainersTrash Recycling with Disposal Containersfa parte del paesaggio tipico
Condividi post
Repost0
31 maggio 2011 2 31 /05 /maggio /2011 23:43

L'utilizzo del legno in sostituzione al cemento per la costruzione della propria abitazione può rappresentare una soluzione, economica, ecologica e sicura. Molti sono ancora scettici al riguardo e spesso associano l'idea di abitare in una casa costruita in legno con l'immagine di una vita condotta senza i comforts e gli agi a cui la società moderna ci ha ormai abituato. Ma in realtà non è così.

 

Suggerimenti

Decidere di costruire una casa di legno può significare scegliere di realizzare un'abitazione personale ed unica oppure preferire un'abitazione prefabbricata.

In ogni caso è necessario un tempo di progettazione delle case e valutazione delle caratteristiche del territorio, delle necessità di chi la commissiona, dell'adeguata collocazione dell'immobile al'interno del contesto ambientale.

Un primo passo fondamentale da realizzare per costruire case in legno, quindi, è quello di ottenere le dovute concessioni edilizie.

 

Costi

Un altro step significativo è chiaramente costituito dalla redazione di un preventivo, per consentire una stima dei costi che la casa porterà a sostenere.

È evidente che le spese potranno oscillare e variare anche di ingenti cifre in base ai prezzi del legno che si intende utilizzare, alla tipologia di abitazione che si vuole realizzare, alle rifiniture, all'impiego o meno di materiale ecologici.

Per fare un esempio più concreto di quanto le abitazioni in legno possono venire a costare ci si può collegare al sito di Legno Haus (Legno-haus.de), che propone una soluzione ideale per chi intende acquistare un prefabbricato. In questo caso, l'utente ed eventuale futuro acquirente può contare su un kit da autoassemblare affrontando una spesa che parte da una cifra inferiore ai 30 mila euro. Va da sè che la possibilità di risparmiare sull'acquisto della propria casetta di legno dipende anche dalla capacità e dalla possibilità di contare sul fai-da-te nel montaggio.

Quella che viene anche definita bioedilizia rappresenta, a ragion veduta, la nuova frontiera dell'abitare ecologico: bisogna però lavorare sulla cultura italiana per far passare l'idea per cui l'abitazione in legno non coincide soltanto con la classica casa chalet per le vacanze in montagna o con i gazebi in legno da adoperare come depositi, ma si può scegliere di vivere con tutte le comodità in una vera e propria costruzione fatta di legno.

Bosco Gurin, Valle di Bosco, Cantone Ticino, CH, abitazione in stile W
Condividi post
Repost0
30 maggio 2011 1 30 /05 /maggio /2011 12:12

Le moderne tecnologie coniugate alle fonti di energia pulite ci stanno dando, ogni giorno in modo più tangibile, la possibilità di usufruire di ogni comfort a prezzi contenuti e nel pieno rispetto dell'ambiente. Un piccolo passo in questa direzione può essere realizzato attraverso l'instalazione di pannelli solari adoperati per il riscaldamento a pavimento.

 

Di cosa si tratta?

I pannelli radianti sono l'ultima frontiera del riscaldamento delle nostre abitazioni; sempre più spesso, infatti, si tende ad abolire la presenza di termosifoni o caloriferi in casa a favore di un impianto di riscaldamento installato sotto il pavimento.

Essenzialmente si tratta di un sistema funzionante attraverso la predisposizione di un circuito idraulico collegato a pannelli solari

Il primo impatto positivo di questa scelta consiste nella possibilità di garantirsi riscaldamento e acqua calda, rientrando in bassi consumi, soprattutto nel momento in cui si decide di approvvigionare questa tecnologia con una fonte di energia pulita, rinnovabile e a costo zero come quella proveniente dal sole.

Attraverso i pannelli radianti presenti sotto il pavimento sarà possibile, quindi, realizzare un notevole risparmio energetico. Con apposite variazioni, inoltre, questo impianto può essere sfruttato anche nel periodo estivo per la refrigerazione della casa.

Tra l'altro, come per ogni impianto che produca energia da fonti rinnovabili, è possible contare su incentivi regionali oltre a sgravi fiscali in caso di ristrutturazione.

Di certo esiste anche qualche svantaggio: un difetto, infatti, sta nel fatto che questo sistema di riscaldamento riesca di solito a soddisfare fino al 60 % del fabbisogno energetico necessario per la vita all'interno di una normale abitazione.

 

Come funziona?

Alla base di questa modalità di riscaldamento vi è il passaggio di acqua calda, con una temperatura indicativa che si aggira tra i 30 e i 40 gradi, che scorre all'interno di un circuito chiuso di tubazioni, di norma appoggiato su pannelli isolanti e fonoassorbenti e disposto su un'ampia superficie.

L'impianto ad acqua così predisposto può essere poi collegato a panneli solari.

Il riscaldamento degli ambienti domestici, pertanto, si realizza attraverso irradiamento, con la produzione di una stratificazione del calore, che tenderà ad accumularsi in misura maggiore nelle zone più basse e meno in quelle più distanti dal pavimento.

Il costo per l'installazione di un impianto di questo tipo è in media leggermente superiore rispetto a quello tradizionale (con termosifoni e caloriferi) ma bisogna tener conto del risparmio energetico che con questo sistema si può realizzare, ammortizzando in tempi brevi le spese per tale investimento.

Make-shift DIY Solar Panel System
Condividi post
Repost0
26 maggio 2011 4 26 /05 /maggio /2011 01:27

http://www.ecomenstrual.co.uk/shop/Mooncup_menstrual_cup1.jpg

La Moon Cup, nota in Italia come "coppetta mestruale", è la rivoluzionaria soluzione pensata finalmente per la comodità delle donne nei giorni del mese "in rosso" e per il rispetto dell'ambiente.

Le italiane ancora la guardano con diffidenza, mentre in America e nel Regno Unito, da cui l'innovativa coppetta proviene, é ormai largamente diffusa.

La coppetta mestruale é l'alternativa eco-sostenibile agli assorbenti, esterni o interni, che rappresentano una ben nota problematica nell'ambito del riciclo dei rifiuti.

Si tratta di una piccola coppa in silicone, che va inserita in vagina, adattandosi perfettamente al corpo femminile e rispettandone il suo naturale equilibrio. L'inserimento interno della stessa, infatti, fa dimenticare di essere indisposte. Anche durante il ciclo, pertanto, si potranno frequentare palestre o piscine senza timore di imbarazzanti fuoriuscite.

A differenza dei tradizionali tamponi, la moon cup può essere riutilizzata più volte senza problemi e per diversi anni ed é questo che la rende il prodotto sanitario più economico attualmente in commercio. D'altra parte anche il suo acquisto non comporta grandi spese.

Mentre i tamponi assorbono le perdite ematiche del ciclo, la coppetta raccoglie il liquido mestruale, per cui richiede solo di essere svuotata e sterilizzata poche volte al giorno (in genere ogni 8 ore).

Se proviamo un attimo a pensare al numero di assorbenti che mensilmente ogni donna utilizza durante il ciclo mestruale, ci accorgiamo di quanto la moon cup possa essere un'alternativa ecosostenibile a fronte della difficoltà di smaltimento di rifiuti sanitari come i tamponi assorbenti.

Condividi post
Repost0